Schede Pesci

Symphysodon

Nome Comune: Discus
Origine: Rio delle Amazzoni
Famiglia: Ciclidi

Descrizione: Appartenenti alla numerosa famiglia dei ciclidi, i pesci disco (o discus) presentano un corpo fortemente compresso ai fianchi ma massiccio e grande. Di profilo hanno forma discoidale, da qui il nome. Le pinne anale e dorsale sono anch’esse arrotondate, ma piuttosto ampie. Le pinne ventrali sono lunghe e sottili. La pinna caudale è potente, a delta. La livrea è estremamente variabile: sono tuttavia sempre presenti nove fasce verticali, più visibili in Symphysodon aequifasciatus, mentre in Symphysodon discus sono meno visibili tranne la fascia centrale scura sui fianchi (la quinta) particolarmente marcata rispetto alle altre, inoltre il corpo di quest’ultima specie è sempre attraversato da numerose striature irregolari orrizontali.

Dimorfismo sessuale: fuori dal periodo riproduttivo i maschi si distinguono per una sorta di protuberanza frontale, mentre nelle femmine il profilo anteriore è arrotondato; al momento della riproduzione la femmina estroflette un ovodepositore di forma cilindrica, mentre il maschio mette in evidenza il proprio organo fecondatore, di forma conica. I maschi diventano anche più aggressivi nei confronti dei conspecifici e tollerano solo la compagna scelta per la riproduzione.

Allevamento: pH = tra 5-9
Durezza = non superiore a 6-19ºdGH
Temperatura = dai 25 ai 33 °C

Abita acque calme e relativamente fonde, tra rocce e ciottoli smussati non calcarei sul fondo e radici di torbiera e ricchi di resina in anse ombreggiate e con fondali scuri. L’acqua anche se limpida, pulita ed ossigenata ha un colore leggermente ambrato per la presenza di legni cedenti tannini ed acidi umici o presenza di torba

E un pesce pacifico, e relativamente socievole che forma spesso fitti branchi abbastanza numerosi (diverse decine di individui), all’interno dei quali si instaura una gerarchia che raramente porta a conflitti cruenti; i rapporti cambiano solo durante il periodo riproduttivo. Non è un pesce intraprendente. Convivono spesso con pesci più piccoli o comunque di branco, predatori di superficie e pesci di fondo

Le coppie si isolano con la loro prole mostrando uno spiccato territorialismo. Individui appartenenti alla stessa nidiata o comunque imparentati possono incrociarsi, ma con una maggiore percentuale di insuccessi riproduttivi. La coppia si forma lentamente, attraverso imperscrutabili segni di intesa che maschio e femmina si scambiano nel corso di un periodo abbastanza lungo: una volta formatasi, però, è difficile che si sciolga spontaneamente. La riproduzione avviene spesso in zone appartate, se la zona è frequentata da molti pesci la coppia si può eccessivamente stressare ed i genitori possono finire col divorare le uova soprattutto se la coppia è ancora inesperta. Le uova possono ammuffirsi anche nel caso l’acqua sia inquinata dall’uomo. Una volta isolatasi la coppia completa la pulizia del substrato prescelto per deporvi le uova (foglie larghe e robuste di piante acquatiche o pareti rocciose), successivamente la coppia viene scossa da fremiti: il maschio circonda la femmina agitando le pinne ben tese ed i due girano in tondo per qualche secondo. La femmina, che nel frattempo ha estroflesso un organo di deposizione (ovodepositore) di forma cilindrica, viene invitata presso il luogo prescelto ed inizia ad ovodeporre spostandosi lungo l’asse principale del substrato, generalmente dal basso verso l’alto. Viene subito seguita dal maschio che sfiora amorevolmente le uova con l’organo di fecondazione, leggermente più piccolo e di forma conica, rispetto all’ovodepositore femminile. Questa operazione può durare anche abbastanza a lungo, finché il substrato di deposizione sia coperto da un cospicuo numero di perline adesive, brillanti e turgide. I partner iniziano subito a “soffiarle” per ossigenarle ed evitare un accumulo di detrito sulla loro superficie, sia muovendo freneticamente le pinne pettorali. Le uova che “imbiancano” (non essendo state fecondate, od a causa di fenomeni degenerativi prodotti da cause diverse, incluso l’inquinamento delle attività umane) sono immediatamente prelevate dai due coniugi, con precisione ed abilità, per evitare che possano ammuffire producendo danni alle larve circostanti. Un pH troppo elevato nell’acqua può rendere i genitori nervosi e svogliati. Una temperatura troppo bassa, infine, può produrre “disguidi” ormonali, che impediscono sia la formazione delle coppie, sia le normali pratiche di corteggiamento e deposizione. Se i genitori non si sono alimentati abbastanza e se l’acqua contiene un eccesso di flora batterica o di materiali in decomposizione, il successo della riproduzione può essere compromesso. La femmina può deporre alcune centinaia di uova. Se la temperatura si attesta attorno ai 28-30 °C, le pratiche di cura delle uova proseguiranno per circa 60 ore, molto impegnative per i genitori che spesso (ma non sempre) smettono di alimentarsi durante questa delicata fase rirpoduttiva; in definitiva, se la deposizione è avvenuta al tramonto, la schiusa si potrà osservare al mattino del terzo giorno. Può capitare che la coppia sia formata da due femmine, in quel caso le uova deposte ammuffiranno. Gli avannotti alla nascita sono piccolissimi e muniti di un filamento adesivo sul capo: quelli che cadono sul fondo dopo la schiusa vengono prontamente raccolti da uno dei genitori, che li risputa sul substrato di deposizione. Quando la schiusa è completa, i piccoli discus formano uno strato uniforme brulicante di codine e di occhietti scuri. Spesso viene scelto un secondo sito per trasferire gli avannotti poche ore dopo la schiusa: in questo caso, uno dei partner si occupa della ricerca e della pulizia del substrato, mentre l’altro monta la guardia alla prole. Se il nuovo sito si rivela malsicuro oppure semplicemente poco igienico, la coppia sposta nuovamente il “nido”, anche più volte nell’arco della stessa giornata. I piccoli, finché sono legati al substrato mediante il filamento adesivo, non si nutrono, essendo provvisti di un sacco vitellino che permetterà loro di superare le prime fasi dello sviluppo. A 3-4 giorni dalla schiusa, però, il tuorlo scompare e gli avannotti cominciano a nuotare in formazione (schooling). Entrambi i genitori nutrono direttamente la loro prole, con una particolare secrezione mucosa del corpo. Già poco dopo la schiusa delle uova la loro epidermide “deve” assumere una colorazione opaca, prodotta dallo stesso strato di muco-proteine; le pinne, invece, divengono particolarmente scure, assumendo generalmente un colore blu notte. La sostanza prodotta sull’epidermide dai discus è secreta da particolari cellule caliciformi, talvolta contiene alghe unicellulari e protozoi che ne auentano il valore nutritivo. È stato inoltre evidenziato che questa preziosa sostanza viene prodotta soprattutto sul dorso, sove più si addensano le cellule che la secernono. Se i piccoli si allontanano troppo dai genitori possono continuare la loro crescita alimentandosi con naupli di Artemia salina, detriti di origine animale, larve di chironomi e tubifex, carogne, vegetali. Dopo la schiusa comunque i piccoli rimangono solitamente con i genitori per almeno un mese ed a volte perfino due mesi.Oltre alla riproduzione naturale i Discus sono stati soggetti ad molti incroci tra le diverse varietà che la natura presenta per renderlo più resistente e quindi più adatto alla vita in un acquario,ciò però in molti casi ha prodotto degli esemplari non in grado di riprodursi poiché molto spesso risultano incapaci di ossigenare le uova prima della schiusa e di nutrire la prole durante il primo mese di vita.