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Nozioni su come allestire un Acquario

L’allestimento e il mantenimento di  un acquario necessita naturalmente di qualche cognizione di base, ma vorremo premettere che non è assolutamente difficile! Cercheremo di mettervi in condizione di far funzionare senza problemi un bellissimo acquario.

Per trasformare la vasca in un acquario perfettamente funzionante, abbiamo bisogno di alcune attrezzature, di un impianto di illuminazione, un riscaldamento autonomo, di un sistema di filtraggio.

Partiamo dall’illuminazione…
La luce è uno degli elementi vitali senza i quali lʼacquario non funzionerebbe. Non solo le piante e le alghe hanno bisogno di luce per crescere, ma anche la maggior parte dei microrganismi, invisibili ma indispensabili. Anche la vita di pesci, anfibi ed altri animali acquatici è legata alla luce. Per questo motivo lʼimpianto di illuminazione di un acquario deve rispondere a precisi requisiti che non sono solo estetici ma soprattutto tecnici.
La durata dellʼilluminazione in un acquario normale deve essere di circa 10-12 ore. La luce dovrebbe accendersi e spegnersi sempre alla stessa ora ininterrottamente. Naturalmente per fare questo viene adoperata una fonte d’illuminazione artificiale che nella maggioranza degli acquari viene istallata nel coperchio.
La luce è l’elemento indispensabile alla funzione clorofilliana cioè alla formazione delle sostanze organiche a partire da anidride carbonica e acqua, per effetto dell’energia luminosa. In altre parole trattasi di quel processo attraverso il quale i vegetali sono in grado di catturare ed immagazzinare l’energia solare che verrà liberata al momento opportuno al fine di attivare numerose e complesse reazioni chimiche. Ma non tutte le piante richiedono una stessa quantita di luce, alcune specie gradiscono il la luce diretta per tutto l’arco del fotoperiodo, altre la luce filtrata da piante. Per questo motivo abbiamo esigenza di scegliere un rapporto watt-luce in base alle caratteristiche delle piante.
Le tipologie di lampade più adatte all’uso acquariofilo sono le fluorescenti. Fanno parte di questa famiglia le T8 le T5 e le PC. I tubi T8 sono stati i primi ad essere utilizzati e ancora oggi molti acquari vengono venduti  con impianti luce giò predisposti nel coperchio., ma nel corso degli ultimi anni, visto il successo riscontrato nell’uso domestico e lavorativo, i moderni tubi T5 sono sempre più richiesti dagli appassionati per diverse ragioni: diametro e quindi ingombro minore, efficienza luminosa più elevata, risparmio di energia e maggiore durata nel tempo, anche a livello “luminoso”. le PC (power compact) comunemente conosciute come PL non sono altro che T5 piegati a parita di wattaggio abbiamo un mino ingombro.
Se invece vogliamo allestire un acquario scoperto, esistono delle plafoniere per ospitare le lampade, ma dobbiamo però tenere conto di una maggiore dispersione della luce. In un acquario coperto, l’intensità dell’illuminazione viene sfruttata in modo ottimale, ma con acquario scoperto il discorso cambia.
Esistono le lampade a vapore di mercurio (HQL), che hanno costi più elevati dei tubi al neon, hanno una durata maggiore, ma un consumo energetico più dispendioso, ed una resa luminosa inferiore a parità di watt rispetto ai tubi al neon, anche se è possibile acquistare una lampada HQL di potenza superiore per consentire di avere una resa ottimale dell’illuminazione. Le lampade HQL hanno uno spettro d’emissione riguardante la zona arancione(4000-5200K), unite risultano ottimali per la coltivazione di piante
Ci sono poi le lampade HQI (a vapori di alogenuri metallici) che a quanto pare offrono un buon connubio tra intensità luminosa e dispendio energetico; sono però ancora piuttosto costose ma sicuramente quelle che offrono il ottimo risultato. Le lampade HQI hanno uno spettro d’emissione con picchi di blu e giallo(4200-18000K), questo tipo di lampade ha un alto coefficente di penetrazione della colonna d’acqua.
Le specifiche da ricercare e riscontrare nelle nostre lampade sono: Watt cioè la potenza elettrica assorbita da una lampada; il flusso luminoso che indica quanta luce c’è su un piano di riferimento, si misura in lumen; l’efficienza luminosa: che è il grado di economicità con il quale la potenza elettrica assorbita viene trasformata in luce e viene misurata in lumen per watt; la temperatura colore che si misura in gradi KELVIN (K), e indicativamente si possono classificare le temperature-colore in questo modo:3500K: tono caldo, 3500-6000K: tono neutro,6000K e oltre: tono freddo. Comunque a parità di colore le lampade possono avere rese di colore diverse. La resa del colore:indicato con RA , indica quanto una lampada riesce a non “falsare” i colori di un oggetto. Più è alto migliore è la resa cromatica.
Per acquari dʼacqua dolce con piante non molto esigenti di luce si calcola circa 30 lumen per litro dʼacqua; per acquari dʼacqua dolce con piante molto esigenti ci vogliono 50 o più lumen per litro. Per acquari marini conviene calcolare 40 lumen, però vasche con coralli ed altri invertebrati marini richiedono anche 50-80 lumen (se non di più). Molto importante naturalmente che si sfrutti al massimo la luminosità delle lampade scelte, ciò significa orientare tutta la luce verso lʼinterno dellʼacquario con lʼaiuto di un riflettore. Per questo motivo i coperchi delle vasche sono muniti di un materiale riflettente.
Un ultimo consiglio, molto importante: tutte le lampade dopo un certo periodo dʼuso perdono luminosità e devono pertanto essere sostituite. Spesso le piante, dopo un iniziale periodo di buona crescita, non si sviluppano più; la causa è quasi sempre da ricercare nelle lampade “stanche”. Pertanto le lampade fluorescenti di un acquario dovrebbero essere sostituite ogni 8 mesi circa.

Il riscaldamento
La maggioranza degli acquari, siano essi dʼacqua dolce o marini, è destinata ad ospitare una fauna e una flora tropicali. Per questo motivo è indispensabile riscaldare lʼacqua nella vasca.
A tale scopo si usano i termoriscaldatori che di solito si presentano sotto forma di una provetta in vetro più o meno lunga a seconda della potenza in Watt. Esistono sul mercato anche speciali riscaldatori sotto forma di cavetto flessibile da sistemare sotto la sabbia dellʼacquario. La temperatura in acquario deve essere tarata tra 24 e 26 °C e per fare in modo che sia sempre stabile e necessario un termostatato che quasi sempre è contenuto nel termoriscaldatore stesso. Esistono in commercio anche termostati elettronici che oltre ad essere estremamente precisi possono azionare anche un timer delle luci o azionare una ventola di raffreddamento o un refrigeratore qualora la temperatura fosse più alta del range impostato.

Il filtro
Un acquario non può funzionare senza filtro, un sistema cioè che elimina dallʼacqua le sostanze inquinanti che derivano principalmente da residui di mangimi, dalle foglie morte delle piante, dagli escrementi dei pesci.
Se queste sostanze non vengono eliminate,  presto lʼacqua sarà tossica per pesci e piante e diventerà una pozza d’acqua maleodorante.
In commercio esistono diversi sistemi di filtraggio per acquari, interni, esterni o a zaino che vengono praticamente ” appesi” a bordo vasca .
Va ricordato inoltre che molti acquari di produzione industriale sono già muniti di un filtro incorporato e di conseguenza lʼappassionato non si trova più nellʼimbarazzo della scelta tra vari modelli.
Comunque è opportuno conoscere il funzionamento tecnico e biologico del filtro per poter intervenire adeguatamente con i dovuti lavori di manutenzione o di “pronto soccorso”.
Ogni filtro è costituito di due parti: un recipiente per il materiale filtrante e un apparecchio per ritrasportare lʼacqua in vasca. Secondo la collocazione del filtro allʼinterno o allʼesterno dellʼacquario, il recipiente è munito di fessure per lʼaspirazione dellʼacqua (filtro biologico interno) oppure ermeticamente chiuso e collegato alla vasca tramite appositi tubi (filtro esterno).
Lʼacqua arriva al recipiente per caduta o sfruttando lʼeffetto dei “vasi comunicanti” (tracimazione), mentre per il trasporto verso lʼacquario viene impiegata una pompa centrifuga.
Il vero “cuore” del filtro sono i materiali filtranti contenuti al suo interno, grazie ai quali avviene il vero trattamento dell’acqua.
Dobbiamo distinguere due tipi di materiali filtranti: quelli che trattengono le sostanze in sospensione (normalmente visibili ad occhio nudo) e quelli che servono per eliminare le sostanze organiche ed i loro derivati, solitamente invisibili ma particolarmente insidiose (sostanze organiche e derivati) per tutti gli organismi acquatici. Per lʼeliminazione delle sostanze più o meno grossolane in sospensione si ricorre ad un filtraggio meccanico, che praticamente trattiene tutte le particelle in sospensione. Adatti a questo scopo sono la lana sintetica e la spugna sintetica. Per eliminare, o per meeglio dire,  trasformare le sostanze organiche ed i loro derivati, invece, si deve usare un sistema di filtraggio chiamato “biologico”. In questo sistema i materiali filtranti servono come substrato per batteri ed altri microrganismi in grado di trasformare le sostanze organiche attraverso un complesso processo biologico in sostanze inorganiche (principalmente nitrati) che a loro volta in buona parte servono come nutrimento per le piante e le alghe.
Qualsiasi materiale filtrante che consente lʼinsediamento e lo sviluppo dei batteri può essere impiegato per questo tipo di filtraggio. I materiali più usati sono i  cannolicchi che possono essere in ceramica o in fibra di vetro (molto porosi), la resina espansa, speciali ricci  in plastica, granulati di vari tipi di materiali inerti (ceramica, lava, quarzo, ecc.). Oltre a questi due tipi di filtraggio ne esistono comunque anche altri, come quelli ad azione adsorbente come le resine sintetiche, il carbone attivo ed i filtri ad azione chimica come la torba attiva. Lʼefficacia di ogni tipo di filtro dipende dalla capacità del suo recipiente (quantità del materiale filtrante) e dalla potenza (resa in litri) della pompa centrifuga. Per un acquario dʼacqua dolce si dovrebbe scegliere una pompa, che abbia una resa oraria almeno doppia alla capienza dellʼacquario.
Il recipiente dovrebbe avere una capacità di circa il 10% del volume della vasca (nei filtri esterni chiusi il recipiente può essere più piccolo). Un flusso dell’acqua troppo veloce, non permette la giusta formazione della flora batterica, al contrario, la ostacola a meno che non si abbia una vasca in cui i prodotti di rifiuto biologici siano in gran quantità, cioè che ci siano troppi pesci,  in questo caso sarà necessario pensare appositamente un sistema filtrante adeguato, il flusso dell’acqua generato dalla pompa, dovrà essere lento e costante, senza creare inutili turbolenze e nello stesso tempo senza permettere che vengano a formarsi zone di ristagno dell’acqua. Attraverso un lento flusso dell’acqua possiamo dare vita all’azione ossidante del filtro, quel processo cioè che permette di decomporre, in presenza di ossigeno, i composti azotati.
In questa prima fase con l’aiuto di vari microrganismi tutte le sostanze vengono trasformate in ammonio e/o ammoniaca. La presenza d’ammoniaca, molto tossica al contrario dell’ammonio, dipende dal valore di pH: più il pH e superiore a 7, più ammoniaca viene prodotta al posto dell’ammonio. I batteri del genere Nitrosomonas con l’aiuto di ossigeno trasformano ammonio/ammoniaca in nitriti.
I batteri del genere Nitrobacter con l’aiuto di ossigeno trasformano i nitriti in nitrati. La quantità di ossigeno “consumata” dai batteri durante il loro lavoro e notevolissima! In acquari di nuova installazione quasi sempre e presente una quantità sufficiente di ossigeno, ma i batteri utili (Nitrosomonas e Nitrobacter) scarseggiano. Se in questa prima fase si introducono dei pesci, allora i loro rifiuti non possono essere trasformati in nitrati. La trasformazione delle sostanze organiche si ferma alla prima fase (produzione di ammonio) o alla seconda, cioè alla formazione di nitriti. Ben presto questi sali minerali si accumulano nell’acqua: entrambi diventano un veleno mortale per i pesci. Per questo motivo è consigliabile inserire i pesci dopo qualche giorno o dopo l’inserimento delle piante, insomma dopo un periodo di maturazione della vasca..  I nitrati rappresentano l’ultimo grado di ossidazione dell’azoto: oltre questo prodotto il filtro biologico, popolato da flora batterica aerobica, non può andare.I nitrati non sono particolarmente tossici, ma rappresentano uno dei principali composti minerali azotati alla base del metabolismo vegetale. Le piante superiori che ospitiamo in acquario ne consumano una piccola parte; un eccesso di nitrati porta all’eutrofizzazione, cioè a un eccesso di nutrienti: il risultato è lo sviluppo di alghe inferiori che hanno un ritmo di accrescimento maggiore delle piante superiori. I nitrati, come anche l’ammonio, entro certi limiti non costituiscono alcun pericolo per i nostri pesci, ma il loro accumulo deve essere evitato mediante il cambio parziale dell’acqua o attraverso speciali filtri come per esempio il filtro denitrtori o la presenza di speciali resine che li assorbono.

Areatore…
Tutti gli animali dellʼacquario nonché le piante – entro certi limiti – necessitano di ossigeno e anche i batteri del filtro non ne possono fare a meno. Esistono in commercio areatori ai quali viene collegato un tubicino alla cui estremità si trova un diffusore d’aria chiamato pietra porosa. Spesso vengono adoperati non solo per ossigenare ma anche per creare un effetto estetico molto popolare.
Nellʼacqua dolce invece la pratica e lunghe ricerche hanno dimostrato che questo sistema presenta certi inconvenienti, il più importante dei quali è la “dispersione” dellʼanidride carbonica indispensabile per la fotosintesi delle piante. Per questo motivo oggi si rinuncia alla pietra porosa in tutti quegli acquari dʼacqua dolce dove si vogliono coltivare delle piante, anche perché queste sono dei produttori di ossigeno più efficaci di qualsiasi tipo di diffusore dʼaria. Ricapitolando, dobbiamo constatare che un buon acquario dʼacqua dolce riceve lʼossigeno necessario attraverso la fotosintesi delle piante e si deve fare a meno della pietra porosa; negli acquari dove ci sono solo pesci invece conviene quasi sempre (per mancanza di ossigeno prodotto da vegetali) impiegare diffusori dʼaria azionati da un mini compressore (areatore).
Il funzionamento dei diffusori dʼaria e del relativo aereatore è estremamente semplice, basta seguire le semplici istruzioni del produttore.
Sistemare l’areatore sempre al di sopra del livello dell’acqua, per evitare un ritorno dell’acqua.

Decorazioni
Se vogliamo allestire una vasca con piante vere ogni materiale impiegato  dovrebbe essere il più “naturale” possibile e corrispondere alle esigenze vitali della flora e della fauna presenti nella vasca. Se invece volessimo scegliere materiali sintetici  non devono liberare sostanze tossiche o in qualche modo alterare i valori chimici dellʼacqua. Nell’acquario dʼacqua dolce non usiamo materiali calcarei che aumenterebbero la durezza dellʼacqua. Per la scelta del materiale conviene affidarsi al consiglio del proprio negoziante di fiducia; la raccolta di materiale in fiumi e laghi o nel mare è poco consigliabile perché richiede  sicuramente conoscenza.
Il materiale di fondo nella vasca dʼacqua dolce deve essere costituito da ghiaia con granulometria 2-3 mm non troppo fine quindi per evitare ristagni dʼacqua. Questo strato  non deve essere troppo alto, in effetti l’altezza ottimale e di 6-7 cm. che deve essere abbondantemente sciacquato prima di essere introdotto nell’acquario. Se vogliamo coltivare piante vere è opportuno integrare la ghiaia con speciali terricci fertilizzanti, in modo da offrire loro tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno.In commercio ce ne sono veramente tanti e per essere sicuri su cosa acquistare sarò meglio farsi consigliare dal proprio negoziante.

L’acqua…
Una volta arredato lʼacquario e riempito dʼacqua, è necessario farlo funzionare per qualche tempo senza animali ed aggiungere un buon biocondizionatore e un complesso di microrganismi (batteri vivi – reperibili in negozio). In acquario lʼacqua è lʼelemento che determina la sopravvivenza di ogni organismo che vive in essa. E’ necessario conoscere almeno in minima parte  l’ aspetto chimico e fisico che distinguono i tipi dʼacqua. Ripeto si  può far funzionare perfettamente un acquario dʼacqua dolce anche con semplice acqua di rubinetto senza considerare i suoi valori chimici.
Lʼacqua contiene diverse sostanze sotto forma più o meno disciolta. Sono queste sostanze a determinare le sue caratteristiche chimiche, come la durezza, il pH, la conduttività, ecc. La durezza dellʼacqua è dovuta alla presenza di sostanze calcaree e di “derivati” di magnesio, solfati, cloruri, nitrati ed altri.

A ogni modo bisogna sapere prima che pesci ospitare, così da creare una condizione idonea